Ti sei mai perso tra i vicoli del centro storico di Bari e ti sei imbattuto in antiche colonne che sembrano raccontare storie di secoli passati? Probabilmente hai scoperto, senza saperlo, i resti della Chiesa di Santa Maria del Buon Consiglio.
Questo luogo, che oggi si presenta come un piccolo museo a cielo aperto, ha una storia affascinante che risale addirittura al IX-X secolo. Originariamente conosciuta come “Santa Maria del Popolo”, la chiesa cambiò nome dopo un tumulto popolare nel 946, quando i baresi si ribellarono contro i soprusi dei nobili bizantini – evento che passò alla storia come il “Malconsiglio”.
Oggi, quello che rimane – otto colonne, un pavimento a mosaico e alcune pareti con epigrafi – si trova in una piazzetta che è tanto un luogo di incontro quanto un patrimonio storico vulnerabile. Continua a leggere per scoprire di più su questo tesoro nascosto che racconta secoli di storia barese e che, nonostante tutto, resiste al passare del tempo.
Una storia intrecciata con le vicende di Bari

La storia della Chiesa di Santa Maria del Buon Consiglio è davvero incredibile e ti sorprenderà scoprire quanto sia legata alle vicende sociali del borgo antico. Costruita tra la fine del IX e la metà del X secolo, questa chiesa non era solo un luogo di culto, ma un vero e proprio centro della vita cittadina.
Il suo nome originale, “Santa Maria del Popolo”, già ti fa capire quanto fosse importante per la gente comune. Ma è nel 946 che succede qualcosa che cambierà per sempre la sua identità: un violento scontro tra i cittadini baresi e i nobili bizantini. Tutto iniziò per una questione che oggi potrebbe sembrarti banale – il diritto di accompagnare le spose all’altare – ma che all’epoca era un simbolo importante di status sociale.
Questo conflitto, passato alla storia come il “Malconsiglio”, fu così significativo che la chiesa venne rinominata “Santa Maria del Buon Consiglio”, quasi a suggerire la necessità di prendere decisioni più sagge in futuro.
Nel corso dei secoli, la chiesa ha attraversato molte trasformazioni: è stata un orfanotrofio, è stata affidata alle suore agostiniane e, purtroppo, è stata anche abbandonata fino alla sua parziale demolizione nel 1939. Gli scavi degli anni ’80 hanno poi rivelato ulteriori dettagli sulla sua storia, portando alla luce tre livelli di pavimentazione e un antico sepolcreto, testimonianze di quanto fosse importante questo luogo.
L’architettura che sfida il tempo

Se visiti oggi i resti della chiesa, potresti chiederti come fosse in origine. Ti basti sapere che era una struttura imponente a tre navate con un’unica abside. Il pavimento, uno degli elementi più affascinanti, era decorato con mosaici policromi che formavano disegni geometrici come losanghe, rombi e fiori a sei petali.
Le otto colonne che ancora oggi puoi ammirare erano un elemento di spicco dell’interno, con sei di esse sormontate da capitelli corinzi che conferivano eleganza all’ambiente. È interessante notare come molti materiali usati per la chiesa provenissero da altre costruzioni più antiche, una pratica comune nel Medioevo.
Tra il XVII e il XVIII secolo, la chiesa subì ulteriori modifiche: le colonne furono inglobate nei pilastri, il pavimento fu rialzato e probabilmente furono aggiunti elementi decorativi in stile barocco. Nonostante tutti questi cambiamenti, l’architettura mantenne sempre un carattere sobrio e austero, tipico delle chiese medievali di Bari, ma con quei tocchi decorativi che ne esaltavano la sacralità.
Quando visitare questo angolo di storia

Ti stai chiedendo qual è il momento migliore per visitare le rovine della chiesa? Essendo un sito all’aperto e accessibile al pubblico, puoi andarci quando preferisci. Però, se vuoi un consiglio, scegli le ore diurne quando la luce naturale mette in risalto i dettagli dei mosaici e delle colonne in marmo.
Il mattino presto o il tardo pomeriggio offrono una luce più morbida che crea un’atmosfera davvero speciale. E poi c’è un altro aspetto da considerare: siccome il sito è esposto alle intemperie e purtroppo anche a possibili atti di vandalismo, è meglio visitarlo quando c’è più gente in giro. Non solo per la tua sicurezza, ma anche per contribuire a preservare la dignità di questo luogo storico.
Come arrivare dalla Stazione Centrale
Se arrivi a Bari in treno e vuoi visitare la Chiesa di Santa Maria del Buon Consiglio, hai diverse opzioni per raggiungerla.
A piedi, è una passeggiata piacevole: esci dalla stazione, prendi Via Sparano e seguila fino a Corso Vittorio Emanuele II. Svolta a destra per raggiungere Piazza del Ferrarese, poi prendi Via Venezia fino al museo archeologico nel Monastero di Santa Scolastica. Da lì, svolta a sinistra e ti troverai nella Piazza di Santa Maria del Buon Consiglio.
Se preferisci l’autobus, prendi il numero 53 e scendi alla fermata Teatro Piccinni. Da lì, segui le indicazioni per il Museo Archeologico di Santa Scolastica e troverai facilmente la piazza.
E se non hai voglia di camminare o prendere l’autobus, c’è sempre il taxi: chiedi semplicemente di essere portato alla Piazza di Santa Maria del Buon Consiglio nel borgo antico. Il viaggio dura circa 10 minuti, a seconda del traffico, e ti permetterà di ammirare il centro storico di Bari lungo il percorso.
Un patrimonio da preservare
La Chiesa di Santa Maria del Buon Consiglio è molto più di un semplice sito archeologico: è un pezzo significativo della storia di Bari, un simbolo che, nonostante abbia subito tante trasformazioni, continua a raccontare il passato millenario della città.
Quando ti trovi davanti a queste rovine, immerse nella vivace atmosfera di Bari Vecchia, non stai solo guardando antiche pietre e colonne, ma stai assistendo a una storia fatta di leggende e memorie popolari che si sono tramandate per generazioni.
È fondamentale preservare e valorizzare questo patrimonio culturale affinché possa continuare a raccontare la sua storia non solo a noi, ma anche a chi verrà dopo di noi. Ogni visita, ogni foto, ogni racconto contribuisce a mantenere viva la memoria di questo luogo straordinario.
La prossima volta che ti trovi a Bari, dedicagli un po’ del tuo tempo: ti assicuro che questa piccola deviazione ti regalerà una prospettiva unica sulla storia e sull’identità di questa meravigliosa città pugliese.